Snorkeling/Snorkelling & Diving
Per coloro – ormai pensiamo pochissimi – che fossero completamente digiuni dell’argomento, è bene indicare il significato di alcuni termini che ricorreranno spesso nelle pagine di questo blog e dietro ai quali si nasconde il nostro profondo amore per il mare e per le creature che lo abitano.
Bisogna riconoscere che
(anche dal punto di vista antropologico) l’acqua resta un ostacolo naturale nei
cui confronti molti nutrono quantomeno una certa diffidenza, che talvolta diventa
smarrimento o persino terrore: alla maggior parte dei villeggianti piace stare
in spiaggia e bagnarsi, ma soltanto una ridotta percentuale mette
effettivamente la testa dentro il mondo “alieno” che pullula al di sotto della
superficie. Qualche responsabilità può senz’altro essere attribuita ai film in
stile horror del filone in cui giganteggia una delle prime pellicole dirette dal
trentenne Steven Spielberg, quel famoso Lo squalo (in inglese, Jaws
– 1975) che ha contribuito a farcire di incubi marini le fantasie di almeno due
generazioni, cioè quella nostra di piccoli spettatori dell’epoca e quella dei
nostri allarmati genitori.
Comunque, per quanto ci
riguarda, come coppia sono ormai circa 25 anni che giriamo il mondo con
l’intento (tra gli altri) di incontrare nel loro ambiente quella miriade di
esseri viventi che – per i motivi indicati e per altre mille paure
ataviche – restano sconosciuti a quegli umani più terricoli. Una volta presa
confidenza con alcuni strumenti essenziali, è possibile scoprire una fauna ed
una flora che per natura, per morfologia, per varietà, per colori, per bellezza,
hanno una ricchezza incredibile.
Il primo passo è imparare a praticare lo snorkeling (come si scrive e si pronuncia all’americana) o snorkelling (come si scrive e si pronuncia all’inglese), che consiste in sostanza nel nuoto a pelo d’acqua muniti di un apposito boccaglio o aeratore (in inglese, appunto, snorkel) con cui attingere aria mentre il viso è completamente immerso.
Quest’ultima circostanza, con la relativa sensazione di disagio – o persino di soffocamento – per non poter respirare come d’abitudine, è
appunto una delle principali ansie che frena le persone a rompere la barriera
che le divide dal mare e dalle sue meraviglie. Ma una volta indossata la maschera ben aderente al viso ed aver
imparato a gestire dalla sola bocca il processo di inspirazione ed ispirazione,
il gioco è fatto.
Per opportuna
precauzione, soprattutto se non si è esperti nuotatori, è meglio indossare
sempre un giubbotto di salvataggio,
che garantisce di restare a galla fondamentalmente in ogni condizione, anche
quando capita di bere un po’ a causa di un’onda e si tende a farsi prendere dal
panico…
La dotazione completa
dovrebbe comprendere anche un paio di pinne
(meglio se piuttosto corte e rigide), ed eventualmente un piccolo galleggiante
con boa segnalatrice,
di speciale utilità per la sicurezza quando ci si reca in zone dove c’è passaggio di
natanti.
Nel caso foste
particolarmente sensibili al freddo o desideraste stare a mollo in acque non
proprio temperate, può essere utile acquistare anche una muta, anche soltanto corta alla coscia e
con le mezze maniche (il cosiddetto “mutino” o “shorty”), che protegge proprio
da queste evenienze.
L’attrezzatura di base non è costosa, e dovrebbe quindi essere alla portata di chiunque; esistono infatti ottimi kit comprensivi di maschera/boccaglio/pinne con prezzi anche inferiori ai 50 Euro – meglio andare sulla qualità delle marche italiane, che sono tra le più note ed apprezzate e che propongono soluzioni tecniche e materiali all’avanguardia.
Dunque, ora siete in
grado di diventare dei perfetti snorkeler/snorkeller.
Spesso, tuttavia,
quella che era iniziata come semplice curiosità diventa vera e propria
passione; ed allora – se le condizioni psico-fisiche ed almeno una minima abilità nel
nuoto lo permettono – si è presto tentati di passare dalla superficie alle profondità,
ovvero dallo snorkeling/snorkelling al diving.
Con questo termine si
designa in inglese (dal relativo verbo to dive, che ha il significato
basilare di “tuffarsi”) un tipo di attività in cui il corpo umano è completamente immerso in un liquido.
L’uomo – come tutti gli
altri mammiferi, soprattutto i cetacei – ha la facoltà di trattenere il fiato e
di ridurre il consumo di ossigeno nell’organismo grazie ad un insieme di
reazioni che interessano gli apparati respiratorio e cardiovascolare, il “riflesso di immersione” (diving response
o diving reflex): concentrazione dell’afflusso sanguigno a cuore e
cervello in particolare, riduzione del battito cardiaco (bradicardia o
brachicardia), aumento medio della pressione arteriosa; quando il volto/il muso
viene sommerso, la risposta si presenta tanto più rapida ed intensa quanto
minore è la temperatura a cui viene sottoposto.
Di solito si distingue
l’immersione in apnea (chiamata
anche genericamente freediving, suddivisa in parecchie diverse
specialità sportive) dall’immersione con
autorespiratore; mentre per la pratica della prima è sufficiente più o
meno lo stesso equipaggiamento minimo utilizzato anche nello snorkeling (muta, maschera,
e pinne – anche se di foggia più particolare), la seconda richiede l’impiego
di specifica strumentazione; ciò nondimeno, al fine di ridurre i rischi connaturati ad
un ambiente che non è quello proprio della nostra specie, per entrambe si
impone la conoscenza ed il rispetto delle leggi fisiche e scientifiche che le
governano, di alcune elementari norme di sicurezza e delle procedure di
emergenza. Pertanto, esistono apposite associazioni e scuole che consentono di ottenere
abilitazioni, solitamente valide in tutto il mondo, con cui vengono certificate
le abilità raggiunte per affrontare situazioni via via più complesse.
Con corsi adeguati si possono conseguire quindi brevetti di vari livelli, i principali dei quali sono – per chi esercita attività ricreativa (non tecnica o professionale) con le bombole:
- Open Water Diver – fino a 18 metri di profondità
- Advanced Open Water Diver – fino a 30 metri di profondità
- Rescue Diver – per essere meglio qualificati nel prestare soccorso
Sono disponibili anche numerose specialità per acquisire esperienza in campi che vanno dall’uso della strumentazione alla fotografia, dall'esplorazione dei relitti al recupero degli oggetti dispersi. Infine, si può intraprendere una carriera di veri esperti del mare, fino a divenire istruttori.
Nello standard, vengono
usati autorespiratori ad aria (ARA)
collegati a bombole contenenti aria compressa. L’attrezzatura si compone di un riduttore di pressione, definito primo stadio,
che ha lo scopo di rendere l'aria compressa presente nella bombola utilizzabile
quando viene richiesta dal subacqueo per respirare o per immettere aria
nel giubbotto ad assetto variabile (GAV).
Chiamato in inglese BCD (Buoyancy Control Device), quest’ultimo permette
di controllare con precisione il galleggiamento o l’affondamento. Lo stesso
primo stadio dispone anche di altre uscite essenziali: almeno una ad alta
pressione a cui viene agganciato il manometro
(per monitorare l’autonomia residua), ed almeno due a bassa pressione per il secondo stadio principale (erogatore) e per
il secondo stadio di riserva (detto “octopus”).
A dispetto del suo
nome, il nostro pianeta conta terre emerse soltanto per meno di un terzo della superficie;
perché dunque privarsi dell’accesso al restante 70% circa del mondo naturale?
Perciò, invitiamo tutti
a provare quanto prima, almeno una volta, la sensazione di mettere la testa
sott’acqua e scoprire un mondo di straordinaria bellezza, sorprendente sia
nelle sue manifestazioni più appariscenti che in quelle microscopiche.
Siamo sicuri che ancora
molti potranno apprezzare i tesori silenziosi custoditi negli abissi, che
invitano a trovare un nuovo equilibrio con se stessi, col proprio respiro
percettibile, con il proprio corpo che fluttua senza gravità…
Quindi, buone
bolle a tutti!!!
Se volete cimentarvi anche voi nello snorkeling/snorkelling o nel diving, contattateci per farvi consigliare destinazioni vicine e lontane che vi introdurranno a queste fantastiche discipline, ormai alla portata di tutti!
Finuccia & Pietro
finuccia.brugaletta@evolutiontravel.email
Commenti
Posta un commento