«Majulah Singapura» • Singapore

 «Majulah Singapura» • «Avanti Singapore»

 

La Repubblica di Singapore è una delle tre città-stato al mondo che può vantare anche la condizione di Stato sovrano; rispetto alle altre due (Principato di Monaco e Città del Vaticano) si presenta di gran lunga quella più grande (721,50 km2, rispettivamente contro 2,02 e 0,44 km2) e più popolosa (circa 5,5 milioni di cittadini, rispettivamente contro meno di 40.000 e pressappoco un centinaio); con oltre 8.000 abitanti per km2, il paese si colloca al secondo posto assoluto per densità di popolazione, mentre risulta al primo posto per concentrazione di milionari in rapporto ai residenti.

 


Il territorio del paese è costituito da 63 isole sostanzialmente pianeggianti (il maggior rilievo è costituito dalla collina di Bukit Timah, alta nemmeno 165 metri); l’unica in diretta comunicazione con il continente è ufficialmente denominata Pulau Ujong (letteralmente: “isola alla fine della terra”), la quale è congiunta alla città malese di Johor Bahru percorrendo uno dei due ponti esistenti (collocati a Nord e ad Ovest); il punto più meridionale della terraferma asiatica si trova comunque nell’isola di Sentosa, accessibile da Pulau Ujong attraverso vari mezzi di trasporto, inclusa la scenografica funivia proveniente dal Mount Faber.

A soltanto circa 150 km dalla linea dell’equatore, il clima non può che essere caratterizzato da un’unica stagione ad elevata umidità (intorno al 90%), temperature piuttosto elevate (media annuale minima 22° e massima 34°) e precipitazioni copiose e frequenti; i mesi di aprile e maggio sono i più caldi, quelli di novembre e dicembre i più piovosi.

 

L’insediamento originario viene fatto risalire al 1299, quando un principe malese riparò su un’isola durante una tempesta e – dopo aver avvistato un grosso felino (probabilmente una tigre della Malaysia) – la chiamò Singapura, che in sanscrito significa appunto: “città del leone”.

La posizione strategica di questo punto di passaggio lo rese oggetto di scorribande e successive invasioni; così, a partire dall’XI secolo, per il centro portuale transitarono e si insediarono a più riprese popolazioni malesi, indiane, arabe, mongole, cinesi e siamesi.

Nel 1511 arrivarono i portoghesi; nel 1641 gli olandesi; nel 1722 genti provenienti da Celebes (l’attuale Sulawesi indonesiano); finché nel 1795 il possedimento venne affidato alla cura dei britannici, che espansero enormemente i redditizi traffici mercantili marittimi con la Cina.

Il 28 gennaio 1819 Thomas Stamford Raffles fondò quella che sarebbe diventata la moderna città di Singapore, stipulando trattati che permettevano ampia libertà di movimento commerciale nell’area ed attirando investimenti e maestranze specializzate da tutte le coste del bacino dell’Oceano Indiano, dal Sud-Est Asiatico, dall’Indocina e dall’Europa – sotto l’amministrazione dalla Compagnia Britannica delle Indie Orientali, di cui Raffles divenne Segretario Generale.

L’espansione demografica e finanziaria crebbe velocemente ed in maniera costante per tutti i successivi decenni e fino alla Seconda Guerra Mondiale, nel 1942, quando l’isola fu invasa dall’esercito imperiale giapponese e le truppe inglesi subirono una disfatta epocale; comunque, soltanto pochissimi anni più tardi l’offensiva degli Alleati nell’Indo-Pacifico costrinse ad una resa ben più disastrosa e definitiva i Giapponesi, a cui fu imposta la restituzione del territorio.

Dopo alterne vicende tra indipendentismo ed ingerenze straniere, il 31 agosto 1963 Singapore si unì alla Federazione della Malesia (ancora colonia britannica) in base all’esito di un referendum popolare dell’anno precedente, garantendosi tuttavia la più alta autonomia; l’accordo fu tuttavia di breve durata, perché contrasti di varia natura portarono alla rottura tra il governo centrale e la città, cosicché il 9 agosto 1965 fu sostanzialmente “costretta” all’indipendenza.

La storia recente mostra che la linea programmatica della nuova Repubblica è orientata a favorire uno sviluppo economico dinamico, attraverso un piano di supporto agli investimenti imprenditoriali ed una solida partnership con la Cina; sul fronte interno, si è assistito a progressivi condizionamenti delle libertà democratiche, con un atteggiamento “paternalistico” nei confronti della popolazione.

 

Per le sue vicissitudini, dal punto di vista demografico Singapore si presenta come una singolare amalgama di etnie, religioni e lingue.

Quattro gruppi principali si dividono, anche geograficamente, la presenza nella città: i malesi originari di lingua malay e religione islamica (attorno al 15%), i cinesi che parlano il cinese standard mandarino e praticano buddhismo, taoismo e cristianesimo (oltre il 70%), gli indiani di idioma tamil e credenze hindu e buddhiste (circa il 10%), i discendenti dei coloni europei di madrelingua inglese e tradizione cristiana (che costituiscono una piccola percentuale); parallelamente, Bahasa Malaysia, Cinese Mandarino, Tamil e Inglese sono state adottate tutte come lingue ufficiali, con preferenza dell’ultima nella comunicazione pubblica ed amministrativa.

Esiste anche una significativa minoranza araba, e poi un gran numero di stranieri senza cittadinanza provenienti da ogni parte del mondo, e segnatamente da Cina, Malaysia, Filippine ed India da una parte (soprattutto per la manodopera e la forza lavoro), e da America del Nord, Medio Oriente, Europa ed Australia dell’altra (prevalentemente per il mondo degli affari).

 

    

Lo stemma ufficiale della Repubblica di Singapore è lo stesso creato quando la città rivendicò per la prima volta la propria indipendenza dall’Impero Britannico, nel 1959.

Due felini (un leone a sinistra ed una tigre a sinistra) reggono al centro uno scudo rosso che ospita una falce di luna nuova distesa sormontata da cinque stelle, immagini tutte di colore bianco; alla base, un nastro blu con lettere d’oro riporta il motto della nazione.

L’idea complessiva è simboleggiare la società multietnica eppure unita del Paese.

Il leone richiama la fondazione del primo insediamento ed il suo nome, la tigre i profondi legami con la Malaysia; lo sfondo rosso sta per “la fratellanza universale e l’uguaglianza dell’uomo”, il bianco “pervadente ed eterna purezza e virtù”; la mezzaluna crescente riflette “una giovane nazione in ascesa”, mentre le cinque stelle a cinque punte “rappresentano gli ideali nazionali di democrazia, pace, progresso, giustizia e uguaglianza”.

 

Anche la bandiera oggi in uso è rimasta la stessa adottata nel 1959.

È un bicolore orizzontale con due bande di ugual larghezza, con quella rossa in alto e quella bianca in basso; nell’angolo del quadrante superiore sinistro, in bianco su campo rosso, tornano la mezzaluna crescente (in posizione verticale) affiancata dalle cinque stelle a cinque punte disposte a pentagono.

La simbologia è la stessa dell'emblema nazionale: fratellanza universale, purezza, virtù di una giovane nazione in ascesa, mossa dagli ideali di democrazia, pace, progresso, giustizia e uguaglianza.



In tempi recenti, Singapore è diventata meta turistica a se stante, e non solo come tappa di transito; con un aeroporto ed una compagnia aerea da sempre inseriti tra i migliori al mondo, il suo carattere futuristico, i vasti spazi naturali (quasi un quarto della superficie) ancora accessibili, la fusione culinaria, gli standard altissimi in fatto di pulizia ed assistenza medica, un’ampia ed eccellente capacità ricettiva, nonché molte attrazioni di vario genere, la città merita più di un frettoloso stop-over.

 

 

Fatti travolgere dall’atmosfera cosmopolita di Singapore, “la Svizzera d’Oriente”, un gioiello incastonato nel cuore del Sud-Est Asiatico!



Finuccia & Pietro

 

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