«الدائمون المحسنون بالهدى» • Brunei

«الدائمون المحسنون بالهدى»

(Sentiasa membuat kebajikan dengan petunjuk Allah)

«Sempre in servizio con la guida di Dio»


Ufficialmente برني دارالسلام (Negara Brunei Darussalam, cioè “Stato del Brunei, dimora della pace”), è un Sultanato, vale a dire una Monarchia Assoluta di carattere islamico; è formato da due territori tra loro disgiunti, entrambi enclavi dello stato del Sarawak (nel Borneo Malese) affacciati sul Mar Cinese Meridionale, con circa 460.000 abitanti ed una superficie complessiva inferiore ai 6.000 km2, equamente suddivisa tra una pianura costiera ed un entroterra montuoso, coperto per l’85% da foresta pluviale.


Il clima è tipicamente equatoriale, con umidità ovunque elevata (oltre il 68%) e temperature medie stabili tra i 23° ed i 32° sui litorali e tra i 11°ed i 25° nelle regioni interne. Le stagioni monsoniche portano ridotte precipitazioni da marzo ad ottobre, quando soffia il vento di Sud-Ovest, e forti temporali da novembre e febbraio, quando spira il vento di Nord-Ovest – in un massimo di 220 giorni all’anno cadono tra i 330 ed i 460 cm di pioggia.  

 

Tra il VII ed il XIV secolo si successero nella zona dominazioni indiane, giavanesi e cinesi, finché l’influenza del Regno di Malacca non portò alla conversione all’Islam e alla fondazione del Sultanato – dapprima nella forma di una sorta di monarchia costituzionale, poi (a partire dal XVII secolo) come monarchia assoluta.

Nel frattempo, il Paese acquistò crescente importanza nelle rotte commerciali verso l’Estremo Oriente da un lato e l’India dall’altro, intrattenendo proficui rapporti con i colonizzatori portoghesi ed inglesi, piuttosto che con quelli spagnoli ed olandesi, optando infine per finire sotto le ali del protettorato britannico.

La Seconda Guerra Mondiale fece cadere l’intera area sotto il dominio giapponese, alla conclusione del quale seguirono per il Sultanato profondi mutamenti, prima con l’adozione di una propria costituzione (1959), poi con la scelta della monarchia assoluta (1962), quindi con il rifiuto di entrare nella Federazione della Malesia; comunque, solo dal 1° gennaio 1984 il Brunei ottenne la completa indipendenza.

 

Gli abitanti del Brunei sono in gran parte (per i due terzi) malesi, con un 10% circa di cinesi, e meno del 4% di discendenti dalle etnie indigene del Borneo; il restante quinto è formato da gruppi minori e da una schiera relativamente nutrita di immigrati dall’India, da paesi anglofoni (Australia e Inghilterra), dell’Estremo Oriente (Corea del Sud e Giappone) e dell’Indocina (Filippine, Thailandia, Cambogia e Vietnam).

 

La lingua ufficiale è il Bahasa Malaysia, scritto sia in caratteri latini che arabi; nel parlato viene comunque usata prevalentemente la variante locale (affine all’85% con il malese standard) chiamata Melayu Brunei. L’arabo è presente come lingua religiosa e per l’insegnamento nelle scuole coraniche. L’inglese è ampiamente diffuso ovunque e parlato dalla maggioranza della gente; viene insegnato nelle scuole di ogni grado ed ha speciale utilizzo in ambito legale, lavorativo e commerciale. Il cinese, nelle sue diverse forme, è pure piuttosto popolare.

 

L’islam sunnita è di fatto religione di Stato, praticata da oltre l’80% della popolazione; ci sono minoranze buddhiste e cristiane, con pressappoco il 7% di aderenti ciascuna; il residuo 5% si divide tra animisti, atei, agnostici ed altri.

La libertà religiosa è garantita per costituzione fin dal 1959, ma le confessioni non islamiche sono ammesse a praticare il proprio credo soltanto nei luoghi di culto e nei locali o nelle residenze private.

Dal 2014 la nazione applica un codice penale secondo le norme della Shari’ah; dal 2015 sono proibite tradizioni e festività pubbliche non islamiche (come quelle natalizie cristiane); dal 2019 è in vigore la pena di morte per lapidazione comminata ad omosessuali ed adùlteri.

 

   


L’emblema ufficiale del Sultanato del Brunei Darussalam è stato adottato fin dal 1940, ed è costituito da cinque componenti, tutti di colore rosso; al centro, dall’alto verso il basso, troviamo:

  • 1) una piccola bandiera a coda di rondine e 2) un parasole (il payung ubor-ubor), entrambi insegne reali
  • 3) due ali spiegate che raffigurano la protezione della giustizia, della tranquillità, della prosperità e della pace
  • 4) una mezzaluna crescente (simbolo dell’Islam) che riporta in lettere arabe dorate il motto المحسنون بالهدى (“Ad-dāʾimūna al-musinūna bi-l-hudā” – malese: Sentiasa membuat kebajikan dengan petunjuk Allah, cioè “Sempre in servizio con la guida di Dio”) e sormonta un nastro con il nome completo del Paese, anch'esso in lettere arabe dorate, بروني دارالسلام (Brunei Darussalam – “Brunei, dimora della pace”

A destra e a sinistra di questo gruppo ci sono 5) due mani con le palme rivolte verso l’alto, ad indicare il dovere del governo di preservare e promuovere il benessere dei cittadini e di proteggerli.

 

La bandiera del Paese, adottata nel 1959, conserva al centro la riproduzione esatta dello stemma, su un fondo giallo attraversato trasversalmente (dall’angolo superiore sinistro a quello inferiore destro) da due bande sovrapposte, una bianca più spessa in alto ed una nera più sottile in basso.

Nel Sud-Est Asiatico, il giallo è tradizionalmente il colore della regalità, e rappresenta il Sultano; le strisce stanno invece rispettivamente per il Primo ed il Secondo Ministro.

 

 

La risorsa principale della nazione sono i giacimenti di petrolio e di gas naturale, scoperti dapprima sulla terraferma nel 1929; al 1957 risalgono invece le iniziali perforazioni offshore.

Gli introiti di questo commercio sono tali da collocare il Brunei tra i primi 15 paesi al mondo per valore pro capite del Prodotto Interno Lordo (PIL), al pari di molti Stati occidentali e al di sopra di altri produttori di petrolio del Vicino e Medio Oriente.

La ricchezza è ancora distribuita in modo molto irregolare; comunque, tutti i cittadini sono esentati dal pagare imposte e/o tasse ed hanno istruzione e sanità totalmente gratuite.

L'imposizione fiscale notevolmente ridotta rende il Sultanato un paradiso fiscale, oggi incluso tra quelli che rispettano pienamente gli standard fissati dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econonomico (OCSE; in lingua inglese: OECD - Organization fo Economic Co-operation and Development).


Esiste una spiccata sensibilità ambientalista, che ha permesso la preservazione del patrimonio forestale; il Brunei è inoltre stato il primo paese asiatico a bandire la pratica dello shark finning.


 

Meraviglie architettoniche e naturalistiche insospettabili attendono soltanto di essere rivelate a viaggiatori che amino davvero il gusto della scoperta.



Finuccia & Pietro

 

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